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Felletto (UD)-Il gran giorno è arrivato. Sono già più di mille gli iscritti alla diciottesima edizione della Corsa per Haiti, la gara di solidarietà che porta i ciclisti sui declivi più belli del Friuli.
Un’edizione particolare, che fa seguito al terribile terremoto che a gennaio ha devastato l’isola, complicando ulteriormente la situazione di chi vive nel paese più povero delle Americhe. Un’occasione quindi non solo per mettersi alla prova con un percorso - a detta del testimonial Franco Pelizzotti - davvero sfidante, ma anche per contribuire ad una buona causa.
Ai nastri di partenza, oltre a tutti gli appassionati, anche Michele Pittacolo, friulano, e campione mondiale paralimpico, il professionista originario di Muzzana del Turgnano Claudio Cucinotta, e Jure Robic, professionista sloveno che si è già aggiudicato la corsa per ben tre edizioni.
Due partenze separate, la prima alle 9.00 per il percorso lungo, la seconda alle 9.30 per il corto, alla volta della scoperta dei colli friulani. Per la prima volta quindi chi concorrerà dovrà avere le idee ben chiare sull'impegno da profondere: la società organizzatrice ha preferito dividere i due gruppi per garantire una maggiore sicurezza a tutti gli atleti.
L'itinerario nella seconda parte comunque coincide, e ciò accadrà al trentesimo chilometro del percorso corto. Certamente però i corridori non giungeranno nello stesso momento al punto di incontro.
La Granfondo, della lunghezza di 150 km, che partirà da Feletto, a due passi da Udine, è stata lievemente accorciata ma prevede un dislivello di 2.970 m. L'itinerario include l'attraversamento di zone montane e collinari, oltre che una splendida visita ai dolci declivi morenici nei pressi di Udine. Il gran clou sarà la salita fino alla sella Mirzla, a 915 metri di altezza dal mare, passando per Canebola, a circa 700 metri. Il Paese e la sella si trovano nei pressi delle famose malghe di Porzus, teatro di uno dei momenti più drammatici nella storia della Resistenza friulana. Una pedalata quindi non solo attraverso la natura più incontaminata - tanto che alcuni tratti fanno parte di una zona dove più volte è stato avvistato l'orso – ma anche attraverso i luoghi della memoria, un vero viaggio nel passato incontrando le testimonianze delle guerre che hanno lasciato solchi profondi nella cultura del nostro territorio. Proseguendo lungo il percorso anche il passaggio nei pressi di Platischis, a Ponte Vittorio, molto vicino al confine prima jugoslavo ora sloveno. L’influsso si sente ancora, anche nella lingua parlata dalla popolazione che abita questi luoghi.
La Mediofondo invece si dipanerà lungo 103 km, prevede un dislivello di 1.600 m e seguirà una parte dello stesso percorso, evitando però i tratti più impegnativi delle salite. Per entrambe le gare passaggio obbligato nei comuni a nord di Udine considerati un vero e proprio patrimonio del collinare: Nimis, paese rinomato per i suoi vini e in particolare il Ramandolo, che prende il nome dalla medesima località – dalla magnifica vista – anch’essa località attraversata dalla corsa; Tarcento – la perla del Friuli - , Buja, Moruzzo, Fagagna. Nei pressi di quest’ultimo comune c’è l’oasi dei Quadris, una zona umida dove sono presenti una trentina di stagni. Simbolo dell’oasi la cicogna bianca, uccello migratore che difficilmente si ferma più in Europa. Grazie all’esperimento friulano attualmente il centro di Fagagna è il secondo in Italia per numero di coppie che vi si sono stabilite.
Insomma dolci declivi e colori affascinanti che in primavera sapranno riempire lo sguardo di chi, anche se duramente provato dalla gara, passerà per le famose strade panoramiche.
Solidarietà. Al di là della bellezza del paesaggio e della qualità della gara, che anno dopo anno diventa sempre più interessante ed impegnativa, c'è da sottolineare come chiunque parteciperà avrà la certezza di poter contribuire ad una buona causa. Sommando le varie gare l'anno passato si erano raccolti circa 1.700 iscritti, che nel pacco gara oltre agli integratori e a capi di abbigliamento avevano anche trovato dei piccoli oggetti di artigianato locale haitiano, una prima forma di sostegno che l'organizzazione della corsa mette in atto.
Tutto il ricavato va alla Onlus Pane Condiviso, al progetto “Bambine di strada”.
Un progetto che mira ad aiutare la parte più debole e sfruttata della società: i bambini, nella fattispecie le bambine che se non trovassero assistenza e conforto presso la missione di Pane Condiviso vivrebbero in strada vittime di soprusi e violenze. Per questo Suor Anna D'Angela da anni è attiva in questo senso ed è riuscita, insieme all'aiuto dall'Italia, a realizzare una piccola oasi di pace. Una missione, quella di Cité Militaire, nei pressi di Port-au-Prince, dove centinaia di bambine, circa mille, frequentano la casa accoglienza gestita dalle religiose. Lì ricevono tutta l'assistenza possibile. Pasti caldi, un posto dove lavarsi e prendersi cura di sé, il necessario per studiare (all'interno vi è una vera e propria scuola), ma anche giocare. La struttura è ampia e moderna, vi sono aule per la scuola ma anche per corsi professionali che aiuteranno le bambine ad imparare un mestiere. La casa tra l'altro ospita in forma permanente un'ottantina di bambine che si fermano anche la notte e vivono tutte insieme.
Il terremoto che ha colpito Haiti a gennaio fortunatamente non ha distrutto l’intera missione, ma ha danneggiato seriamente solo la nuova ala dedicata all’informatica, che ha poi dovuto essere abbattuta poiché pericolante. Il problema principale riguarda l’aiuto a tutti quelli che si sono rifugiati nei campi attigui alla struttura, nella speranza di trovare riparo e conforto. Si tratta sostanzialmente di tutto il quartiere, circa 14.000 persone, che sono accampate in tende ed alloggi di fortuna, mentre la missione cristiana si occupa di rifornire e dividere gli aiuti.
Per tutte le informazioni del caso e le iscrizioni è possibile visitare il sito internet www.corsaperhaiti.com.
(Ilenia Lazzaro con la collaborazione di Valentina Bearzi)
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