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Si intitola "Il mestiere del ciclista" (Ediciclo Editore, 2012), ed è il libro scritto da Marco Pinotti, 36 anni, bergamasco, ciclista professionista del team svizzero BMC, cinque volte campione italiano a cronometro e vincitore di due tappe al Giro d'Italia (2008 e 2012) e di una cronometro a squadre (2011). Un'opera scorrevole, curiosa ed itinerante, un viaggio nella pancia del gruppo lungo 227 pagine, dove il dottor Pinotti, laureato in ingegneria gestionale presso l'Università di Bergamo, ripercorre le tappe della sua lunga ed emozionante carriera.
La passione per lo sport nata leggendo le pagine della Gazzetta Sportiva comprata da nonno Luigi, le lunghe partite di tennis dopo la scuola, le prime pedalate nell'Unione Ciclistica Osio Sotto e le intuizioni del direttore sportivo Bruno Seghezzi. Poi, il salto tra i professionisti e gli esami all'università, per conquistare la laurea tra un ritiro e una corsa, per essere campioni nello sport e nella vita. Pinotti scrive, risponde e si racconta così come pedala: essenziale, diretto, profondo ed ecologico. Mai una parola di troppo perchè un corridore è anche pensieri e parole, ma prima di tutto sudore, fatica e sacrificio.
Marco, quando è nata l'idea di scrivere “Il mestiere del ciclista”?
E' nata nel 2010 su suggerimento di Gino Cervi, scrittore e giornalista.
Da solo, ti saresti mai messo a scrivere questo libro?
Forse a fine carriera, ma non durante...
Corri per una delle squadre più importanti al mondo. Gli impegni di un ciclista professionista sono tanti e gli spazi per "respirare" sono pochi. Ci puoi descrivere come sei riuscito a comporre quest'opera?
Ho iniziato due anni fa. Scrivevo alla sera e nei ritagli di tempo che riuscivo a catturare tra corse, riposo e famiglia. Nei mesi autunnali mi imponevo di dedicare a questo lavoro dai 45 minuti ad un'ora al giorno. Poi durante le settimane di riposo forzato, a seguito della frattura al bacino rimediata al Giro 2011, ho messo in ordine i testi concludendo la maggior parte dei capitoli.
Scrivere un libro sul mestiere del ciclista: responsabilità o scelta?
Piu' responsabilità. Quello che scrivi rimane e le persone lo leggono con calma. E' una occasione unica per far conoscere il proprio pensiero e per farsi apprezzare.
Hai colto utili insegnamenti per crescere ripercorrendo le tue esperienze di vita durante questa avventura editoriale?
Quando cerchi di spiegare qualcosa a qualcuno, devi conoscere bene la materia, e scrivere questo libro mi ha aiutato a migliorare la conoscenza del mio sport.
Alla luce dei recenti fatti di cronaca, in che stato si trova oggi lo sport della bicicletta?
La situazione è sicuramente migliorata rispetto a qualche anno fa.
Che cosa significa "ricominciare" dopo la caduta nella cronometro dei campionati del mondo di Valkenburg che ti ha causato la frattura della clavicola, obbligandoti a chiudere anticipatamente la stagione?
Significa riprendere in mano un libro ancora da finire...
Ayrton Senna, celebre pilota di Formula Uno, un giorno disse: “Se l'uomo smette di sognare non ha più alcuna ragione di vivere, anche se nel sogno va intravista la realtà”. Seguendo questa prospettiva qual è il tuo sogno per il 2013?
Una medaglia ai prossimi campionati del mondo di Firenze.
In bocca al lupo ingegnere!
Giovanni Bettini