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27-12-2014
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"UNA NUOVA POLITICA ANTIDOPING E' POSSIBILE?" L'INTERESSANTE TEMA AFFRONTATO DA SILVIO MARTINELLO SUL PROPRIO BLOG

"Una nuova politica antidoping è possibile?". E' l'interessante tema che Silvio Martlinello, ex campione olimpico e mondiale e attuale commentatore televisivo per RaiSport, ha affrontato venerdì 26 gennaio, sul suo blog. Un'esternazione che è piaciuta molto soprattutto per il fatto che evidenzia il diverso comportamento in uso di alcuni dirigenti sportivi in situazioni analoghe.
  Silvio da come si è espresso ha sentito il bisogno di evidenziare una situazione che ha, in effetti, condizionato molto l'attività ciclistica. "E' giustissimo combattere il doping con le leggi universalmente riconosciute dallo sport - sostengono gli appassionati del mondo del pedale - ma non si comprende il perché nel ciclismo ci sia il particolare accanimento che tutti vediamo (e poi non è vero che i ciclisti sono i più dopati, sono soltanto e solo i più tartassati. Basterebbe qualche volta dare uno sguardo a quello che riporta il Coni sul proprio sito dedicato al settore attività istituzionali n.d.r.)".
Questo è quanto ha riportato Silvio Martinello nel proprio blog sull'argomento:
"Tema spinoso, me ne rendo conto, soprattutto se a trattarlo è un ex ciclista come il sottoscritto, tra l’altro attivo tra i professionisti dal 1986 al 2003, epoca dei 'dannati!' - ha rilevato il 51enne campione padovano - . Lo spunto per scrivere quanto mi accingo a fare mi è venuto dal 'malessere' che puntualmente mi coglie quando vedo sportivi e ciclisti in particolare, gettati sulla graticola al minimo sospetto, con addetti di ogni livello e ruolo impegnati nel lancio della pietra più pesante possibile, giornalisti che cadono dalla sedia colti da shock, tutti intenti a scaricare lo sfigato di turno come fosse infetto da un virus letale".
  "In queste settimane - ha proseguito - la cronaca si è giustamente soffermata sulla sorprendente richiesta di pena che la Procura Antidoping del Coni ha fatto per Carolina Kostner, obiettivamente fuori misura anche se rigorosamente rispettosa dei regolamenti. La posizione che il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha assunto mi piace, rischiosa ma non ha avuto timore di esprimere in modo esplicito il suo disappunto. Ciò che mi piace ancor di più è la posizione assunta dal Presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (Fisg), Andrea Gios. Non credevo alle mie orecchie! Mi sono detto: 'Vuoi vedere che c’è in giro un soggetto politico sportivo, addirittura un Presidente Federale in questo caso, deciso a metterci la faccia?'. Ho pensato che probabilmente ci sarà qualcosa che non riesco a cogliere, non conoscendo le carte della vicenda, ma non importa. Ciò che emerge è la forza ed il coraggio di un dirigente sportivo di primo piano che difende il proprio patrimonio, i propri atleti, la propria disciplina, fino a prova contraria! E che non si limita a dichiararlo, ma mette a disposizione della propria atleta risorse e professionisti per tutelarne l’onorabilità, e soprattutto per tutelare l’immagine del proprio sport. Non conosco personalmente il Presidente Gios, ma questa iniziativa valutata da addetto ai lavori del ciclismo, me lo rende particolarmente simpatico. Il rischio che si è assunto non è da poco, le immancabili 'indiscrezioni' che con puntualità svizzera e come da malsana abitudine italiota escono dalla Procura incaricata dell’indagine sembrano decisamente compromettenti per Carolina. Quelli che la sanno lunga hanno già sentenziato, non se la caverà! Nonostante ciò il Presidente ha preso questa iniziativa, assumendo una posizione netta, senza se e senza ma".
  "Faccio da solo i paragoni tra i due sport, tra il problema specifico e circoscritto - ha proseguito Martinello - che ha deciso di affrontare il presidente della FISG e quelli enormi che hanno investito e investono il ciclismo, che certamente qualche solerte lettore solleverà, a me interessa sottolineare il concetto, il comportamento, la volontà di tutelare il proprio patrimonio, i propri atleti, fino al momento del giudizio. Diciamocelo, nel ciclismo non siamo abituati al garantismo, anzi, proprio non sappiamo cosa sia, spesso si è guardati con sospetto solo perché lo si pratica. Negli ultimi 20 anni l’hobby preferito dei dirigenti sportivi italiani, del ciclismo e non (e penso soprattutto ai vertici del Coni), è stato quello di svuotare il movimento di ogni minima forma di tutela. Anzi quando emergeva qualche problema in altre discipline, immancabilmente c’era chi si attivava per concentrare l’attenzione su qualche 'caso' ciclistico, anche datato. Ma vallo a spiegare al 'popolo' assetato di sangue che si tratta di cose vecchie! L’obiettivo era ed è quello di spostare l’attenzione sul ciclismo, tanto diranno: 'Quelli sono abituati a convivere con tutto questo'. Addirittura qualche carriera dirigenziale è stata pianificata o rilanciata sulla 'tolleranza zero' mascherandola con 'garantismo zero'".
  "Chi ricorda Alessandro Ballan? - ha detto Silvio - . L’ultimo Campione del Mondo Italiano? Bene, è ancora al palo in attesa di giudizio. Una carriera stroncata, una famiglia lasciata in balia della sola propria forza di volontà, in attesa di un giudizio che non arriva. Non potremmo tranquillamente paragonare Alessandro per valore sportivo ed immagine a ciò che rappresenta Carolina Kostner per la Fisg? 'Se solo fossi stato trovato positivo a quest’ora sarei già tornato a correre', mi raccontava qualche settimana fa Alessandro, 'invece così non posso pianificare la mia vita, quel che resta della mia carriera sportiva ormai compromessa, il mio futuro e quello della mia famiglia'".
  "Ma si caro Alessandro, cosa ti aspetti? - ha proseguito - Sei un ciclista, devi essere preparato, non sei uno sportivo qualunque, quindi giù dritto all’inferno! Quello è il posto che ti meriti. Poi se per puro caso dovessi essere messo nelle condizioni di ritornare a correre, ti accorgerai che probabilmente ormai nessuno ti vuole, anche perché non sei più giovanissimo e ormai da diverse stagioni non gareggi. Tranquillo, ti esprimeremo il nostro dispiacere, ma per cortesia, se non ti fai vedere in giro ci fai un favore. Grazie per la gioia che ci hai regalato a Varese, quella stoccata vincente ce la ricordiamo bene, ma abbiamo già voltato pagina, siamo già in nuova epoca, ora grazie alla tolleranza zero, che ammettiamo qualche vittima innocente l’ha fatta, siamo tutti più belli e profumati".
  "Il dott. Gios, Presidente della Fisg - ha concluso Martinello - ci ha fatto capire che una diversa politica antidoping è possibile, anche nel ciclismo, naturalmente senza dimenticare che non siamo nella Federazione Sport del Ghiaccio, ma appunto nel ciclismo, il problema nel nostro straordinario mondo esiste eccome, e nessuno tra noi conosce ancora il costo finale che sarà comunque altissimo, ma capiamo anche che probabilmente il problema si poteva e si può affrontare provando a fare meno danni collaterali rispetto agli irrimediabili fatti finora".
  Ma a Martinello. che ha affrontato il problema con grande attenzione, è stato chiesto quali sono state le motivazioni che lo hanno spinto ad esporsi così apertamente ha risposto: "Nessuna motivazione particolare, sono concetti che ho già espresso in più occasioni al microfono. Con questo blog, che ho aperto nell'agosto del 2013, voglio capire quanto può servire che uno come me possa dire cose che tanti pensano ma che per opportunità non dicono. Dai risultati direi che la massa critica c'è eccome, bisogna solo dargli voce. Sinceramente mi farebbe piacere sentire addetti ai lavori che si schierino, ma mi rendo conto non sia semplice".

Francesco Coppola

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