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05-01-2012

MARCO AURELIO FONTANA

DURO LAVORO, PASSIONE E DIVERTIMENTO. LE REGOLE D'ORO IN VISTA DI LONDRA 2012. IL BRIANZOLO AL VIA DEI CAMPIONATI ITALIANI DI VADENA.

Non ha praticamente bisogno di presentazioni, Marco Aurelio Fontana classe 1984, campione italiano elite in carica nel ciclocross da 2 anni, quinto alle Olimpiadi di Pechino e adesso pronto per quelle di Londra 2012. A soli 27 anni i successi raggiunti sono già molti, come molto è il lavoro che un campione come lui dedica a questo sport. Il brianzolo, come detto, è campione italiano in carica e domenica a Vadena cercherà di difendere il titolo.

Allora Marco, pochi giorni ancora e ti vedremo correre ai Campionati Italiani di ciclocross a Vadena. Guardando le tue vittorie degli anni passati dicono che non ci sia 2 senza 3...

“Speriamo! Gli avversari di sicuro non mancano e ogni anno diventa sempre più difficile riconfermarsi. Vincere più volte la stessa gara non è facile come sembra, ma il mio stato di forma è in crescendo, la maglia che indosso mi piace e farò di tutto per replicare la vittoria dei 2 anni passati”.

La tua stagione “ciclocrossistica” è iniziata a dicembre. Quali sono i tuoi programmi dopo i Campionati Italiani? Ti vedremo anche ai Mondiali?

“Purtroppo no. In questa specialità, la mia stagione terminerà proprio con i Campionati Italiani e poi mi concentrerò sugli allenamenti di Cross Country in occasione delle Olimpiadi di Londra il 12 agosto. Dopo gli Italiani quindi, andrò prima in Sicilia e poi a Tenerife per gli allenamenti”.

Parlando proprio della tua seconda convocazione alle Olimpiadi (la prima è stata a Pechino 2008 in cui Marco diventò il secondo più giovane atleta italiano convocato per i giochi olimpici nel Cross Country) che effetto fa essere riconfermati per la seconda volta di fila? Pensi ci sarà differenza rispetto all'esperienza fatta a Pechino?

“Partecipare alle Olimpiadi a 24 o a 28 anni in realtà non fa molta differenza; sono molto giovane e le emozioni sono sempre tante. Le prime Olimpiadi comunque hanno sempre un sapore particolare, l'adrenalina è ai massimi livelli ed è ancora tutto da scoprire, mentre quest'anno sarà tutto più difficile perchè ho intenzione di portare a casa un buon risultato e il mio obiettivo sarà quello di tagliare il traguardo tra i primi tre. Alle Olimpiadi di Pechino ero arrivato 5°, un buon piazzamento che porta con sé comunque tante soddisfazioni e belle azioni sportive, per carità, ma tutto sommato è un risultato come un altro che prima o poi la gente si dimentica. Alla fine il valore più importante, in termini di orgoglio e soddisfazione, lo danno le medaglie ed è per questo che il mio obiettivo a Londra sarà il podio”.

Temi qualche avversario in particolare?

“Direi di si... Primo fra tutti il francese campione olimpico in carica Julien Absalon, lo svizzero Nino Schurter che arrivò terzo e il ceco Jaroslav Kulhavý che ha vinto praticamente quasi tutte le gare di Cross Country disputatesi nel 2011. Per battere questi atleti ci vuole sicuramente una marcia in più ed è per questo che continuerò a lavorare per far si che il gap tecnico tra me e loro si riduca al massimo”.

Come ci si prepara ad affrontare tutta la tensione e le pressioni che un' Olimpiade comporta?

“Riguardo a questo devo dire che sono molto fortunato perchè la mia ragazza, Elisabetta Borgia, è psicologa clinica e dello sport e questo mi aiuta molto. In realtà già di mio non soffro tanto il fattore emotivo, ma in generale, un buon lavoro sul fronte psicologico, gioca un ruolo sempre più fondamentale durante la preparazione atletica ed è tra le cause maggiori di problematiche negli atleti durante la performance. Il lavoro che farò io si concentrerà prevalentemente sul fattore "ultimo giro" in modo da colmare il gap di cui parlavo prima con gli atleti che reputo più temibili”.

Immagino tu sappia di essere una grande fonte di ispirazione per tanti tuoi colleghi atleti e atlete...Come si arriva a certi risultati?

“Mi fa sempre molto piacere sapere di essere visto come fonte d'ispirazione per qualcuno. Anch'io, quando ero più giovane e alle prime armi, avevo le mie figure di riferimento e adesso, pensare che qualcuno veda me allo stesso modo, mi rende davvero orgoglioso. Sicuramente, alla base della mia immagine, c'è una forte passione nello sport che traspare agli altri e che caratterizza il mio atteggiamento e modo di fare durante le gare e con i tifosi e questo piace. Fin'ora sono sempre andato in crescendo e ho continuato a migliorare le mie prestazioni e credo che ciò che mi ha permesso di arrivare a certi livelli sia sicuramente una forte dedizione allo sport, tanto, ma tanto lavoro e grandi ambizioni. Senza dimenticare ovviamente di divertirsi, perchè il miglioramento si ottiene anche e soprattutto con il divertimento”.

Veronica Dalla Lana

fonte:C.S.

Matteo Igini
addetto stampa FCI Alto Adige

 

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