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Le Dolomiti sono sempre le Dolomiti...
Alzi la mano chi non resta incantato quando ha la fortuna di passeggiare, in bici, con gli sci o a piedi su e giù per le vette dolomitiche. Lo spettacolo offerto dai “Serrai di Sottoguda” , la salita stretta stretta che da Rocca Pietore porta verso il Fedaia e la sua terribile Malga Ciapela vale la tappa intera. Tappa che è stata durissima, massacrante: si è passati dai 31 gradi di Conegliano alle 10 di mattina al freddo e alla pioggia del Rifugio Gardeccia e delle altre salite affrontate oggi.
E' stata la tappa della riconferma in rosa di Contador, ma soprattutto del coraggio dei nostri italiani. Sto leggendo di qua e di là frasi poco incoraggianti per i nostri: che Contador abbia già stravinto il Giro io non lo credo e non lo voglio credere; il Giro si vince a Milano e spero vivamente che fino a domenica prossima possa succedere davvero di tutto. Hanno fatto bene i nostri a provarci. Bravo Michele “Scarpa” Scarponi che ha capito fino a che punto può arrivare, dosando le energie ed essendo lì davanti nei momenti cruciali. Bravo, divino Vincenzo Nibali: il siciliano corre con il cuore e i suoi 26 anni: non è un pazzo in discesa come dicono molti, è semplicemente bravo! (Salvoldelli docet).
Il numero che ha fatto oggi per rientrare dopo il Fedaia (ha recuperato i 57” in discesa) e sull'attacco del Giau (40” guadagnati in discesa) fanno crescere ancora di più il rammarico per la discesa del Crostis saltata. A mio avviso, che se ne dica, Nibali su una discesa simile avrebbe potuto guadagnare – senza rischiare alla follia ma solamente scendendo alla sua maniera- almeno un minuto ai diretti avversari..
Un plauso al grande Stefano Garzelli,che a 37 anni dimostra il cuore, la grinta e la voglia di far fatica dei più giovani e pimpanti colleghi. La vittoria di tappa sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma moralmente il primo gradino del podio oggi é tutto per lui.
Concludo con l'idolo dei miei editoriali: il francese John Gadret, completamente ignorato da tutti, ma che piano piano sta risalendo la classifica. Vabbè che dai più è sconosciuto, ma colleghi giornalisti: perché di questo ragazzo non ne parlate mai? E soprattutto vi invito a fare una riflessione: Gadret è un ciclocrossista da 30 gare l'inverno (tra coppa del Mondo, Superprestige ecc.), non ha svolto la stessa preparazione di tutti gli altri, con ritiri , alture, e riposo invernale eppure è lì, davanti, migliore di tanti altri, alla pari di quelli che lottano dal 2° posto in poi (attualmente è 4° nella generale). Potrò anche sbagliarmi, potrebbe arrivare anche per lui la crisi, ma diciamolo ancora una volta (e lo ripeto per quei tecnici dalla mentalità arcaica): Siamo ancora sicuri che il ciclocross fa male?? Il ciclocross come la pista dà un bagaglio tecnico che nessun corso, preparatore, ritiro in altura può dare! Vi ricordate lo sterrato di Orvieto? Oggi sono riuscita finalmente a fermare Gadret e il suo Ds, volevo a tutti i costi chiedere una cosa che avevo notato ma di cui nessuno aveva parlato. Nella discesa sterrata di quella famosa tappa, che non ho avuto la fortuna di seguire dal vivo ma direttamente dalla tv come tutti voi, ho notato più volte come John scendesse sicuro con le mani sopra il manubrio, nella parte – per farvi capire- che normalmente si utilizza quando si sta abbastanza alti con il busto in salita o nei momenti di relativa facilità. Quel giorno su quel gesto ne ho sentite di tutti i colori (addirittura qualcuno additava a Gadret il fatto di non essere di buon esempio per chi seguiva da casa..) : la riflessione fatta da qualcuno era totalmente sbagliata! Oggi ho avuto la conferma che Gadret utilizza- nelle tappe con molto sterrato- una bicicletta che è molto simile a quella da ciclocross con doppie leve freno: le normali ai lati del manubrio e due leve montate sopra il manubrio come in mtb. Un accorgimento che ormai i ciclocrossisti che vanno per la maggiore adottano e che belgi, olandesi e francesi prediligono anche su strada in gare tipo Parigi -Roubaix.
Stasera la carovana si è spostata in quel di Belluno, per il giorno di riposo e la cronoscalata del Nevegal martedì. Non ci sarò in bici, ma su e giù a piedi per entrare tra la gente con la mia telecamera e la macchina fotografica.. E poi tante interviste per voi!
A domani!
Ilenia Lazzaro